L’ISOLA CHE NON C’È PIÙ recensione di Amedeo Sale

“L’incredibile storia dell’isola delle rose” è un film del 2020 diretto da Sydney Sibilia, prodotto da Netflix e Groenlandia. L’idea è piuttosto ambiziosa: raccontare la vera storia dell’ingegnere bolognese Giorgio Rosa che nel 1968, sullo sfondo dei moti rivoluzionari, decise di costruire quel mondo migliore per cui milioni di studenti, intellettuali e lavoratori manifestavano. Quest’episodio è una pagina nera per il governo italiano che per vari anni ha tentato di oscurare quanto accaduto.

 

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Rosa nel 1958 ipotizzò di poter costruire un’isola di cemento appena fuori dalle acque territoriali italiane, circa a 11,6 km dalla costa di Rimini, con l’assurdo obiettivo di costituire uno Stato indipendente. La realizzazione richiese ben dieci anni. Venne progettata una piattaforma in cemento di 400 metri quadri che poggiava su un geniale e complesso sistema di tubi cavi che, una volta riempiti d’acqua, si poggiavano sul fondale, fungendo da fondamenta. L’enorme lastra di cemento venne occupata con varie stanze che andavano a formare un vero e proprio edificio. 

 La struttura divenne autosufficiente quando, durante una perforazione, fu scoperta una falda d’acqua dolce a oltre 200 metri di profondità, che la rese finalmente abitabile. “L’isola delle Rose” (sarebbe stato questo il nome ufficiale del futuro Stato indipendente) si trovava nel bel mezzo del nulla, circondata esclusivamente da acqua, dove l’autorità italiana non aveva alcun potere. La folle idea dell’ingegnere attirò presto l’interesse di tutta Rimini e, complice il clima pre-estivo, l’isola delle Rose veniva raggiunta ogni giorno da decine di barche cariche di curiosi turisti. L’afflusso alla piattaforma aumentò esponenzialmente e Rosa iniziò a dotarsi di monete, francobolli e soprattutto una lingua ufficiale: l’esperanto, un antico progetto di lingua universale mai portato a termine. 

L’intensa attività sull’isola iniziò a preoccupare il governo italiano dell’epoca, che sospettava la presenza di traffici illegali e che la piattaforma fosse addirittura un avamposto per potenze straniere. 

Il 1° maggio 1968 Giorgio Rosa autoproclamò lo stato di indipendenza per l’Isola delle Rose in veste di presidente ufficiale. Il governo rispose tempestivamente: poco tempo dopo, infatti, la Repubblica Italiana riuscì a ottenere un blocco navale, impedendo l’accesso alla piattaforma. Il 25 giugno 1968 l’isola venne accerchiata da decine di navi delle forze dell’ordine, che ne presero il possesso. Rosa presentò vari ricorsi in tribunale, tuttavia vennero respinti e la Marina Militare Italiana procedette a collocare gli esplosivi per distruggere definitivamente l’isola. Incredibilmente l’esplosione non riuscì ad affossarla e servì un ulteriore carico per compiere il lavoro. Ciò ribadì ulteriormente la genialità e l’estrema precisione che si celava dietro al progetto di questa struttura. 

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Nonostante sia avvenuta in maniera totalmente pacifica, l’occupazione dell’Isola delle Rose rimane ad oggi l’unica guerra d’invasione commessa dalla Repubblica Italiana. Per scongiurare altri episodi simili, l’ONU aumentò il confine delle acque territoriali da 6 a 12 miglia nautiche in tutto il mondo.  

Il governo italiano ha ritenuto che la vicenda potesse mettere in discussione la propria autorità agli occhi dei cittadini, pertanto ha provveduto a insabbiare l’accaduto facendo passare l’ideale indipendentista di Rosa per un tentativo di privatizzazione del mare.  

Il film nasce proprio dalla necessità di diffondere il più possibile quest’episodio singolare. Nonostante sia parecchio “romanzata” e rivisitata in maniera comica, la pellicola ricostruisce in maniera affidabile il periodo sessantottino, grazie a costumi, ambientazioni e colonna sonora adeguati. L’isola che compare nel film non è stata ricreata al computer, ma è stata costruita fisicamente in enormi piscine a Malta, un processo estremamente impegnativo; tuttavia, il risultato premia queste fatiche con una messa in scena molto realistica.  

Elio Germano interpreta in maniera spiccatamente verosimile l’ingegner Rosa, affiancato da un cast che, sebbene non sia stellare, vanta delle prestazioni più che discrete, come quella di Luca Zingaretti nel ruolo del primo ministro Giovanni Leone, o ancora Matilda De Angelis nel ruolo di Gabriella, la moglie di Rosa. 

Pur non trattandosi di una pietra miliare del cinema, “L’incredibile storia dell’Isola delle Rose” è un film leggero e che trasmette tanta motivazione, ribadendo l’importanza di inseguire i propri sogni, per quanto folli essi siano. Soprattutto fa sì che il sogno di Giorgio Rosa non cada nuovamente nel dimenticatoio. Nonostante lui ci abbia lasciato 3 anni fa, la sua incredibile storia vivrà per molto tempo. 

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